I menischisono due guarnizioni a forma di “C” che fanno parte dell’ingranaggio ginocchio e che servono a farlo funzionare al meglio. La “C” del menisco interno o mediale è più aperta e fissa. Quella del menisco esterno è più chiusa e più mobile e più spessa.
Questo fa sì che le lesioni meniscali sono più frequenti a carico del menisco mediale.
Le lesioni possono essere di origine traumatica: frequenti nei giovani, specie se sportivi, le forze lesive sono spesso in compressione e torsione (in corso di distorsione è spesso associata la lesione del legamento crociato anteriore) o di origine degenerativa a seguito di un movimento banale (es: posizione di accovaccciamento per eseguire pulizie domestiche).
Col passare degli anni la struttura meniscale diventa più fragile, meno elastica.
Dolore al ginocchio riferito al lato del menisco interessato, gonfiore articolare per presenza di versamento. Senso di cedimento ed addirittura blocco funzionale dell’articolazione per interposizione di frammento meniscale in posizione anomala tra femore e tibia.
Questo soprattutto nelle lesioni di origine traumatica tipica dei soggetti in età giovanile.
L’anamnesi circa il modo di insorgere del dolore, la relazione eventuale con evento traumatico, la evocazione del dolore con la digito-pressione sulla emirima articolare mentre si sollecita la gamba in extrarotazione od in intrarotazione a seconda che si sospetti lesione del menisco mediale o di quello esterno rendono quasi certa la diagnosi clinica.
La risonanza magnetica è l’esame principe in quanto in grado di dare chiare informazioni sullo stato dei tessuti molli del ginocchio: menischi, legamenti, membrana sinoviale, cartilagine e dell’osso. Quindi può confermare o migliorare la diagnosi clinica. La T.C. vede meglio l’osso, meno bene le parti molli, anche se le moderne T.C. “Multistrato” hanno fatto progressi in tale direzione.
La prima fase di trattamento incruento con riposo, immobilizzazione con arto in scarico, crioterapia (ghiaccio per 10-15 min 5/6 volte al di) per ridurre ed impedire ulteriore versamento e ridurre il dolore riguarda qualsiasi tipo di lesione meniscale. Eventuale assunzione di antalgici ed antinfiammatori sotto guida medica. Se la lesione, per età del paziente e trauma minimo, si sospetta di natura degenerativa può essere ancora trattata in forma incruenta aggiungendo l’uso di bastone controlaterale e fisiokinesiterapia mirata al recupero del tono muscolare del quadricipite e dell’articolarità.
Un eventuale ciclo di terapia infiltrativa con acido jaluronico completa tale fase che può avere la durata di qualche decina di giorni. Cioè il tempo in cui la lesione meniscale, in genere parcellare e prevalentemente interessante il corno posteriore, viene ad essere limata dall’ingranaggio articolare. Nelle lesioni di origine traumatica il trattamento incruento non darà vantaggio sostanziale ma servirà quale palliativo nell’attesa di espletare l’indagine in risonanza magnetica.
Il ricorso al trattamento cruento, mediante l’intervento in ARTROSCOPIA, avviene di fronte alla conferma della lesione dall’indagine in risonanza magnetica. Specie se si tratta di lesione traumatica. La lesione degenerativa viene così trattata al persistere dei sintomi dopo periodo di trattamento incruento e se il paziente ha un età inferiore ai 55 anni. Molte società scientifiche internazionali tra cui A.A.O.S. (American Association Orthopaedic Surgeon) non riconoscono più questo tipo di trattamento, salvo qualche eccezione, per le lesioni degenerative del menisco nel quadro di un artrosi, ancorchè inziale, del Ginocchio.
Il trattamento in Chirugia Artroscopica avviene in regime di Day-Surgery o Ambulatoriale dopo la raccolta del Consenso informato.
In Anestesia Periferica per lo più Spinale.Dopo insufflazione di laccio emostatico collocato alla coscia del lato interessato, il Chirurgo pratica due piccoli accessi nel Ginocchio.Uno sul lato esterno per inserire una cannula portatrice di un mezzo ottico connesso a Telecamera e pompa per immettere Acqua sterile nel ginocchio al fine di distenderlo .Poi sul lato interno per infiggere strumenti che servono per agire sul Menisco leso.(fig….)Il più delle volte, esplorato il tipo di lesione, si attua una resezione minimale della stessa (Meniscectomia selettiva) .Ciò avviene dopo che il Chirurgo ha esplorato tutto l’ambiente articolare.
Il paziente, essendo sveglio, guarda sul monitor l’interno del suo ginocchio ed il chirugro spiega quello che vede e quale sia la procedura che sta attuando.
Ritirati gli strumenti, si suturano i due piccoli accessi in genere con filo riassorbilbile. Si attua una medicazione seguita da un bendaggio elasto-compressivo del ginocchio interessato.
Al paziente si raccomanderà di avere una deambulazione protetta da due bastoni antibrachiali (canne canadesi) per due settimane. Nella prima settimana a ginocchio esteso. Esegue da subito fisiochinesiterapia finalizzata al recupero articolare e potenziamento del muscolo quadricipite (4-8 settimane).
Medicazioni a cadenza settimanale (2-3 volte). Tra i 20-30 gg. del post-operatorio il paziente è in grado di riprendere le abituali attività. Quelle sportive in modo graduale ed a giudizio del chirurgo e del fisiatra che tengono presente il tipo di lesione trattata.
Il trattamento in chirurgia artroscopica delle lesioni meniscali prevede nella maggioranza dei casi una meniscectomia selettiva o parziale. A seconda dei casi, il trattamento riabilitativo sarà più o meno breve. In rari casi selezionati, si può considerare la “sutura del menisco”, che prevede però, un trattamento riabilitativo piuttosto lungo.
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